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Dalle Istituzioni, In Primo Piano, Parlamento, Post in evidenza, Produzione di Energia, Rinnovabili

DL infrastrutture e Aree di accelerazione FER: cosa emerge dalle audizioni?

Posted: 10 Giugno 2025 alle 11:52   /   by   /   comments (0)

di Redazione

Il 3 giugno, le Commissione riunite Ambiente e Trasporti della Camera dei deputati hanno avviato un ciclo di audizioni sul Disegno di legge di conversione del Decreto-legge 73/2025 “misure urgenti per garantire la continuità nella realizzazione di infrastrutture strategiche e nella gestione di contratti pubblici, il corretto funzionamento del sistema di trasporti ferroviari e su strada, l’ordinata gestione del demanio portuale e marittimo, nonché l’attuazione di indifferibili adempimenti connessi al Piano nazionale di ripresa e resilienza e alla partecipazione all’Unione europea in materia di infrastrutture e trasporti”, meglio noto come DL Infrastrutture.

I soggetti auditi, principalmente rappresentanti di realtà associative, hanno condiviso le loro osservazioni su diverse disposizioni del provvedimento.

Tra queste l’articolo 13, che prevede che le Regioni individuino le Aree di accelerazione per l’installazione di impianti di produzione di energia a fonti rinnovabili. Sul punto sono intervenuti il Presidente e il Responsabile Affari Istituzionali di Italia Solare Paolo Viscontini e Luciano Barra; il portavoce di Alleanza per il Fotovoltaico Filippo Fontana; il Consigliere nazionale di Amici della Terra Francesco Gigliani; il consigliere delegato di Legambiente Simone Nuglio e la Climate and Energy Policy Officer del WWF Silvia Lazzari.

In linea generale, l’approccio adottato per la definizione delle aree di accelerazione – che dovrebbero coincidere almeno con le aree industriali come mappate dal Gestore dei Servizi Energetici – è stato apprezzato dalla maggior parte dei soggetti auditi sul punto (Italia Solare, Alleanza per il Fotovoltaico, WWF, Legambiente) che, tuttavia, hanno sottolineato come definire queste aree prima ancora che siano definite quelle idonee all’installazione di impianti rinnovabili rischi di generare ancora più incertezza in un contesto legislativo-regolatorio già scarsamente delineato.

I rappresentanti di Italia Solare, ad esempio, hanno ricordato che le zone di accelerazione, previste dalla Direttiva Europea 2023/2413 cd. RED III, sono una sottocategoria delle aree idonee e richiedono chiarezza normativa per essere efficaci. Il Decreto Ministeriale 21 giugno 2024, cd. DM Aree Idonee, aveva dato una prima definizione di aree idonee, poi parzialmente annullata dal TAR Lazio con sentenza 9155/2025 per eccessiva delega alle Regioni. Con l’art. 13 del DL Infrstrutture il legislatore torna sul tema, spingendo le Regioni a selezionare le zone di accelerazione tra le aree già previste come idonee per legge, ma che hanno natura solo transitoria. In assenza di una definizione definitiva delle aree idonee, anche le zone di accelerazione rischiano di restare inefficaci. Secondo Italia Solare, sarebbe bene introdurre un emendamento strutturato al decreto-legge che congeli l’idoneità delle aree idonee ex art. 20, comma 8 del D.lgs. 199/2021 e che includa esplicitamente le aree industriali tra quelle idonee.

Legambiente ha proposto, invece, di allargare ulteriormente le aree di accelerazione per includere anche siti quali ex cave o aree contigue ad autostrade.

Per alcuni, l’audizione è stata l’opportunità per portare all’attenzione dei deputati anche altre tematiche inerenti lo sviluppo di impianti di produzione di energia rinnovabile. Silvia Lazzari del WWF ha ricordato quanto sia importante il coinvolgimento delle comunità locali, fondamentale in primo luogo per superare i dissensi che emergono a livello territoriale. Un punto, questo, sollevato anche dall’Onorevole sardo Salvatore Deidda (Fratelli d’Italia), che ha chiesto come si possa affrontare lo scetticismo delle comunità locali rispetto a progetti ad alto impatto e quali benefici concreti possano derivarne per i territori.

Alla domanda ha provato a fornire una risposta il portavoce di Alleanza per il Fotovoltaico Filippo Fontana, che ha evidenziato come le energie rinnovabili rappresentino un’opportunità di sviluppo locale. Fontana ha qui fatto espresso riferimento alla Sardegna, regione natale dell’Onorevole Deidda nonché territorio che forse più di tutti gli altri in Italia è interessato da una forte opposizione contro le rinnovabili. Lo sviluppo di impianti FER, ha spiegato Fontana, può contribuire a creare nuova occupazione qualificata aiutando quindi a contrastare lo spopolamento giovanile. Anche il Presidente di Italia Solare Paolo Viscontini è intervenuto sul punto per spiegare come la situazione di allarmismo che si percepisce in Sardegna sia stata alimentata da una narrazione distorta, che non ha debitamente comunicato quelli che sono i reali benefici che lo sviluppo delle rinnovabili apporta al territorio: ritorni in termini di denaro, sostegno all’agricoltura e all’occupazione giovanile e riduzione dei costi energetici per i cittadini.

Molto diverso da quelli finora descritti l’intervento del Consigliere nazionale di Amici della Terra Francesco Gigliani, che si è fatto portavoce di un punto di vista più scettico (o per meglio dire critico) nei confronti delle rinnovabili. Gigliano ha ricordato la necessità di una transizione ecologica sostenibile, suggerendo l’utilizzo dell’energia nucleare di ultima generazione in contrapposizione alle rinnovabili che non solo provocherebbero effetti devastanti sul paesaggio ma contribuirebbero anche ad un aumento dei costi della bolletta.