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Clean Industrial Deal: il punto di vista degli stakeholder

Posted: 22 Luglio 2025 alle 11:04   /   by   /   comments (0)

di Redazione

Nel mese di giugno la Commissione X Attività Produttive della Camera dei Deputati ha avviato l’esame del Clean Industrial Deal, il Piano europeo che punta a coniugare decarbonizzazione, sviluppo industriale e competitività, svolgendo un ciclo di audizioni che hanno coinvolto, tra gli altri, rappresentanti del settore industriale, di associazioni ambientaliste, think tank ed esperti.

In particolare, giova precisare che il Patto nasce in risposta “all’agguerrita concorrenza a livello mondiale” e all’elevato costo dell’energia, che mettono sotto pressione le industrie europee. Tra gli obiettivi principali figurano la riduzione dei prezzi energetici, la creazione di posti di lavoro di qualità e la promozione di condizioni favorevoli per la prosperità delle imprese. Il Piano mira a sostenere tutte le fasi della produzione, con particolare attenzione ai settori ad alta intensità energetica (siderurgia, metallurgia, industria chimica) e a quello delle tecnologie pulite, fondamentali per la circolarità e la trasformazione industriale.

Le audizioni

Il ciclo si è aperto il 25 giugno con le audizioni di rappresentanti del mondo sindacale, della ricerca e dell’associazionismo ambientale. Tra questi si segnalano gli interventi di:

  • Chiara Montanini (Fondazione Sviluppo Sostenibile), che ha proposto misure normative per accelerare la diffusione delle FER, come l’abrogazione del divieto di fotovoltaico in terreni agricoli, l’introduzione delle aree di accelerazione, la tempestiva adozione del FER X, che dovrebbe avere una durata dal 2028 al 2030 e il rafforzamento del ruolo di Terna.
  • Davide Panzeri (ECCO think tank), che ha sottolineato l’importanza dell’elettrificazione industriale e hasottolineato quanto sia indispensabile investire nelle FER, e in tecnologie green efficienti come le pompe di calore, la cui filiera è tra l’altro in gran parte Made in Europe.

Il 2 luglio, la Commissione ha audito esponenti del mondo industriale e del settore energetico:

  • Aurelio Regina (delegato Energia di Confindustria) ha criticato le lunghe tempistiche attuative del Piano e ha invocato l’uso di strumenti “pronti all’uso” come i contratti per differenze e i PPA industriali.
  • Attilio Piattelli (Coordinamento FREE) ha elogiato l’orientamento all’elettrificazione e all’investimento in rinnovabili, ma ha definito insufficiente la copertura finanziaria.
  • Luigi Joseph Del Giacco (Utilitalia) ha indicato quattro direttrici prioritarie: investimenti nelle reti, semplificazione normativa, riutilizzo del calore di scarto e creazione di  una filiera europea dell’idrogeno.

Infine, durante la seduta del 16 luglio sono intervenuti:

  • Davide Chiaroni (Politecnico di Milano), che ha accolto positivamente l’approccio integrato del Piano, ma ha evidenziato ritardi italiani su idrogeno, veicoli elettrici, carbon capture e nucleare. Ha segnalato inoltre la scarsa attenzione verso settori strategici per l’Italia come biometano, biocarburanti ed efficienza energetica industriale, e ha espresso preoccupazione per le tempistiche delle misure, molte delle quali previste oltre il 2026.
  • Mariagrazia Midulla (WWF Italia), che ha denunciato l’assenza di una direzione chiara da parte della Commissione europea, invocando una svolta decisa verso rinnovabili, reti, elettrificazione e contratti PPA. Ha riconosciuto un ruolo residuale per la cattura della CO₂, ma senza finanziamento pubblico, e ha chiesto una revisione del sistema degli aiuti all’industria in chiave climatica.
  • Sebastiano Gallitelli (Assopetroli-Assenergia), che ha criticato il Piano per la sua concezione limitata di neutralità tecnologica, la mancata valorizzazione dei low carbon fuels, l’esclusione del settore dei trasporti, e per il sistema di calcolo delle emissioni basato solo sulle emissioni allo scarico.

Il ciclo di audizioni si è ora concluso. Nelle prossime settimane, la Commissione Attività Produttive sarà impegnata nella stesura di un documento conclusivo, con il quale esprimerà il parere parlamentare sul Clean Industrial Deal, tenendo conto delle numerose osservazioni e proposte emerse nel confronto con stakeholder industriali, ambientali e istituzionali.

Fonte immagine: Commissione Europea