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Oltre il blackout: vulnerabilità, interconnessioni e il ruolo delle rinnovabili

di Redazione con Fulvio Fontini
Intorno alle 12:30 di lunedì 28 aprile 2025 un esteso blackout ha colpito la penisola iberica: Spagna e Portogallo sono rimasti senza corrente elettrica per diverse ore – le forniture di elettricità si sono infatti quasi completamente ristabilizzate solo nella mattinata di martedì 29 aprile, mentre alcune più brevi interruzioni di fornitura hanno interessato anche la Francia meridionale.
Lungi dal voler entrare nel merito di eventuali speculazioni sulle cause del blackout, che dovranno essere accertate da chi di competenza, la redazione di Powerzine ha chiesto a Fulvio Fontini, Professore Ordinario di Economia Applicata nel Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università del Salento e già Coordinatore della Sottocommissione PNIEC al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, di condividere alcune riflessioni su quanto successo.
Perché si verifica un blackout?
“All’origine di questi fenomeni c’è sempre un elemento esterno scatenante. In tutti gli esempi di blackout di ampia diffusione che si sono verificati nella storia, penso ad esempio a quelli in Italia (2003) e Texas (2021), c’è sempre stata una causa scatenante di natura esterna.
Il blackout è quindi una patologia del sistema elettrico che non si presenta in maniera endogena rispetto alle normali dinamiche dei sistemi elettrici. Quando, infatti, in un dato momento, l’offerta di elettricità non è sufficiente a coprire la domanda non si verifica un blackout ma un taglio della fornitura. Il blackout invece si verifica quando c’è un fattore esterno scatenante che determina un ampio spostamento istantaneo – o comunque nel brevissimo periodo – tra domanda e offerta, che non può essere immediatamente supplito.”
Cosa determina la diffusione e la durata del blackout?
“Ciò che determina il grado di diffusione dei blackout è il livello di interconnessione dei sistemi elettrici, sia all’interno dello stesso Paese che tra Paesi diversi: maggiore l’interconnessione, più ampia la diffusione dell’interruzione di forniture di energia elettrica.
Se guardiamo al caso specifico, il blackout ha avuto inizio in Spagna e si è diffuso anche in Portogallo poiché i sistemi elettrici dei due paesi sono fortemente integrati. Le interconnessioni della penisola iberica con gli altri Paesi limitrofi, ovvero Francia e Marocco, sono invece ridotte e questo ha avuto due importanti conseguenze. Da una parte, il blackout in Spagna ha interessato solo marginalmente l’area del sud della Francia. Vedremo poi dalle indagini se la causa scatenante è stata proprio una caduta della rete di interconnessione tra Francia e Spagna, o se questa sia caduta per effetto del crollo della domanda in Spagna. Per ora non lo sappiamo; sappiamo solo che si è verificata un crollo della fornitura di 16 GW in 5 secondi, e d’altronde la capacità di interconnessione con la Francia sono al massimo di 4 GW, quindi le cause sembrano più interne alla Spagna. Lo sapremo più avanti. In ogni caso, dall’altra parte, Francia e Marocco hanno potuto mettere a disposizione la propria capacità di trasmissione, aiutando di fatto la ripresa delle forniture nella penisola iberica. Non è un caso, infatti, che le prime aree a essersi riprese dal blackout siano state quelle a nord e sud della penisola, ovvero quelle maggiormente interconnesse con Francia e Marocco. Il fatto che le aree interconnesse a quelle dove si verifica il blackout siano sotto il controllo di altri operatori di trasmissione elettrica (TSO) fa dunque sì che i TSO possano sia interrompere la trasmissione per evitare la propagazione della situazione di crisi sia successivamente fornire alle aree interessate la capacità di trasmissione necessaria per coadiuvare il recupero.”
In che modo la diffusione delle FER interagisce non tanto con la causa scatenante ma con l’aggravarsi e permanere della situazione di blackout?
“Questo è un tema che sarà progressivamente oggetto di studio. Le rinnovabili non causano il blackout, ma possono avere un ruolo nella sua propagazione e questo ruolo può essere ambivalente. In questo caso, ci riferiamo agli impianti di produzione di energia rinnovabile direttamente collegati alla rete di trasmissione nazionale. Infatti, gli impianti rinnovabili stand-alone rendono possibile la fornitura di energia elettrica indipendentemente dalla situazione sulla rete di trasmissione nazionale. In questo specifico caso, la zona della Canarie – isolata dal resto della penisola – e delle Baleari – che hanno solo una minima interconnessione – sono state infatti esentate dal blackout.
Gli impianti rinnovabili collegati alla rete di trasmissione nazionale, invece, possono avere un ruolo positivo nel limitare gli effetti del blackout perché non necessitano di prelevare alcuna energia dalla rete per produrre elettricità, a differenza della maggior parte degli impianti di produzione di elettricità (pensiamo, ad esempio, agli impianti termoelettrici che per entrare in produzione hanno bisogno di corrente elettrica con la quale attivare i propri elettromagneti). Un impianto rinnovabile è dunque in grado di produrre elettricità e supplire alla mancanza di produzione derivanti dagli stacchi progressivi in una situazione di blackout.
Di contro, però, l’ampia diffusione degli impianti rinnovabili può anche creare condizioni che rischiano di aggravare la diffusione del blackout. Ora, il blackout si è verificato all’incirca intorno alle 12:30, ovvero in un momento di massima produzione di energia da rinnovabili, durante il quale il prezzo di mercato previsto era pari a zero. Proprio perché il prezzo di mercato era pari a zero, non era economicamente conveniente produrre energia elettrica e, di conseguenza, molti degli impianti che avrebbero potuto essere in produzione erano in realtà fermi. Se alcuni di questi impianti, come quelli idroelettrici, hanno potuto essere riattivati per aiutare il recupero dell’elettricità, per altri – come quelli a gas naturale – non è stato possibile fare lo stesso in breve tempo perché come detto pocanzi si tratta di impianti che hanno bisogno di prelevare energia elettrica dalla rete per poter riattivare la produzione. Un problema connesso si è verificato con le centrali Nucleari. In spagna c’è una capacità di circa 7.5 GW di Nucleare. Non sembra che tali centrali abbiano generato il blackout, ma possono avere contribuito ad aggravarne la diffusione e la durata, perché sono, correttamente, entrate tutte in modalità di emergenza, disconnettendosi dalla rete, spegnendosi ed attivando i generatori di emergenza per il refrigeramento. Se questo è un bene, dal punto di vista della sicurezza, ha però contribuito a prolungare la mancata completa fornitura di energia elettrica, perché la capacità che è stata progressivamente chiamata ad attivarsi per fornire energia elettrica da gas e da idroelettrico si è trovata, per lo meno per un certo lasso di tempo, a dover supplire anche alla mancata produzione di energia da Nucleare.”
I blackout si possono verificare di nuovo? Cosa fare per prevenirli?
“Poiché, come detto, gli elementi che determinano i blackout sono esterni al sistema elettrico, è possibile che una situazione come quella di ieri si verifichi di nuovo. Non potendo escludere il riverificarsi di un blackout, è allora necessario essere quanto più preparati possibile a gestirne le conseguenze.
La sicurezza del sistema elettrico dipende dalla disponibilità di capacità elettrica. Non conta però soltanto quanta capacità c’è installata, ma anche quale tipo di capacità, come può essere gestita e quali sono le tempistiche perché questa sia riattivata in caso di stop. La vera sfida non si gioca nell’evitare il verificarsi di fenomeni esterni che possono causare un blackout, ma nel far sì che qualora si verifichino siano gestiti in modo tale da evitare una patologia del sistema elettrico tanto grave quanto un blackout generalizzato. Non è dunque sufficiente ragionare in termini di capacità installata, ma bisogna ragionare anche in termini di pronta disponibilità della capacità a rispondere a situazioni di crisi, e questo dipende dalla topologia del sistema elettrico e dalla diffusione spaziale delle fonti e delle diverse tipologie di carico. Fonti di generazione flessibili, diffusione dello storage e della generazione distribuita e per autoconsumo certamente riducono la durata e la gravità di eventi tipo quelli che stiamo osservando nella penisola Iberica”.