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Sicurezza energetica: gas naturale e permitting nella relazione del Copasir
di Sara Tasca
Diversificazione delle fonti energetiche e delle sedi di approvvigionamento: è questo secondo il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica l’obiettivo principale da raggiungere per “superare o quanto meno attenuare lo stato di dipendenza rispetto ad altri Paesi”.
Si tratta della conclusione cui è giunto il Copasir a seguito dell’indagine conoscitiva, avviata alcuni mesi fa, sul tema della sicurezza energetica alla luce delle implicazioni derivanti dalla transizione ecologica. Dopo aver condotto approfondimenti mirati e una serie di audizioni di soggetti coinvolti nel processo di transizione energetica, il Comitato ha adottato all’unanimità una Relazione in cui esprime le proprie considerazioni sulle prospettive future ed elabora degli indirizzi per affrontare la transizione energetica nella prospettiva della sicurezza nazionale.
Con particolare riferimento alle energie rinnovabili, a detta del Copasir, queste rappresentano indubbiamente “un punto di forza del nostro sistema e già garantiscono una quota rilevante del mix energetico”. Tuttavia, non possono non essere considerate alcune loro criticità quali i costi elevati, l’offerta influenza dalle fasi stagionali e la forte dipendenza dalle infrastrutture di trasmissione. Tutto ciò ne determina una difficoltà nel gestire i livelli più elevati di consumo energetico e per tale ragione il Comitato ritiene fondamentale favorire l’impiego di impianti di accumulo “in grado di compensare le variazioni di produzione di energia solare ed eolica”.
La Relazione non tralascia il tema del permitting legato agli impianti FER sostenendo che “l’attuale disciplina che regolamenta l’iter autorizzatorio appare non adeguata rispetto agli obiettivi che il nostro Paese intende perseguire entro l’anno 2030”. Per porre rimedio a tale situazione andrebbe valutata l’opportunità di conferire in via esclusiva allo Stato il potere di concessione dell’autorizzazione alla realizzazione dell’impianto, almeno in quelle situazioni in cui prevale l’interesse nazionale.
All’interno del documento ampio spazio è dedicato al settore idroelettrico e in particolare al regime concorrenziale che ne regola l’esercizio. Il Comitato considera in modo molto critico l’attuale disciplina legislativa italiana che, a sue detta, conduce ad un “indebolimento della posizione competitiva del sistema industriale italiano”, in quanto consente la partecipazione alle gare a società estere, senza che vi sia in questo ambito un regime di reciprocità con gli altri Paesi europei, che nella maggior parte dei casi applicano un regime protezionistico. Nella Relazione si auspica ad una “revisione della disciplina per posizionare il settore nella corretta dimensione strategica per il Paese”.
Largamente supportato dal Copasir è il ricorso, almeno nel breve-medio termine, a quelle che vengono definite fonti energetiche di transizione, prima fra tutte quella del gas naturale, che viene considerato come “una risorsa fondamentale per traghettare dalle fonti più climalteranti all’obiettivo delle emissioni zero”. Data l’elevata dipendenza estera per l’approvvigionamento di questa risorsa, il Comitato considera opportuno valutare la possibilità di “incrementare l’estrazione di gas dai giacimenti italiani”, sfruttando più efficacemente quelli già attivi, e “riducendo allo stesso tempo gli acquisti dall’estero in modo da mantenere costante il volume dei consumi”.
Per quanto attiene all’impiego dell’energia nucleare, in particolare quella di quarta generazione, la Relazione si limata a considerare che “se, da una parte, le attività di ricerca in questo ambito possono offrire un contributo certamente utile, dall’altra ogni ipotesi di ordine applicativo resta legata a valutazioni di ordine politico”.
Concludendo il Copasir invita il nostro Paese a dotarsi di un Piano di sicurezza energetica nazionale nel quale venga stabilita la più opportuna diversificazione nel mix energetico nel breve medio e lungo periodo e la più corretta strategia di diversificazione nell’approvvigionamento di ciascuna fonte energetica. Parallelamente, anche a livello europeo dovrà essere elaborata una strategia di sicurezza energetica in grado di rendere più incisiva la politica estera in tale ambito.