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Più ombre che luci: le reazioni del settore alla bozza del DM aree idonee

Posted: 15 Settembre 2023 alle 11:33   /   by   /   comments (0)

di Emanuele Rosa e Sara Tasca

Poco prima della pausa estiva è circolata la bozza del tanto atteso decreto “Aree Idonee”, ossia il provvedimento attraverso cui il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica indica i criteri sulla base dei quali le Regioni dovranno identificare – ciascuna sul proprio territorio – le aree considerate appunto idonee all’installazione di impianti rinnovabili. Vengono inoltre assegnati gli obiettivi di produzione attesi per ciascuna regione suddivisi in MW da raggiungere entro il 2030 (qui un approfondimento di Public Affairs Advisors sul decreto).  

Il contenuto del provvedimento ha sollevato un’immediata reazione da parte dei principali rappresentanti del settore delle rinnovabili che hanno sollevato numerosi dubbi e criticità. 

Tra questi ANEV, l’associazione nazionale energia del vento guidata da Simone Togni, che valuta la bozza di decretopoco soddisfacente per il settore eolico”. ANEV si sofferma in particolare sul tema della fascia di rispetto, ovvero la distanza tra il perimetro delle aree dei beni sottoposti a tutela e gli impianti che, nel caso degli eolici, è rimasta pari a 3 km. L’associazione auspicava – invece – l’equiparazione alla distanza imposta per il fotovoltaico. Altro aspetto evidenziato è quello relativo agli strumenti identificati dal provvedimento al fine di misurare la ventosità degli impianti che, secondo ANEV, non sarebbero adeguati “a calcolare una produttività specifica di un impianto eolico”.

Elettricità Futura, l’associazione di Confindustria che rappresenta il settore elettrico italiano, pur apprezzando alcuni aspetti positivi contenuti nella bozza di decreto come il target di 80 GW di rinnovabili entro il 2030, il concetto di premialità tra le Regioni più virtuose e i poteri sostitutivi dello Stato per le Regioni che non sviluppano la quantità di rinnovabili prevista, ha lanciato un vero e proprio grido di allarme rivolto ai Ministeri competenti in cui dichiara che, se il provvedimento venisse approvato nella versione attuale, renderebbeimpossibile lo sviluppo degli impianti rinnovabili”. Il presidente Agostino Re Rebaudengo all’inizio di settembre ha nuovamente invitato la politica (questa volta rivolgendosi al Presidente Meloni e ai partiti di maggioranza e di opposizione) a non rendere vani gli sforzi delle imprese nell’investire in un settore di così cruciale importanza. 

Per quanto riguarda il fotovoltaico sono intervenute anche Italia Solare e il Gruppo impianti solare (Gis). La prima, in una lettera indirizzata alle principali istituzioni coinvolte, ha sottolineato la forte preoccupazione per i vincoli previsti dalla bozza che, a suo avviso,penalizzano fortemente la realizzazione di impianti fotovoltaici con moduli a terra in aree classificate agricole”. In particolare, il riferimento è alla percentuale massima di utilizzo del suolo agricolo nella disponibilità del soggetto che realizza l’impianto fotovoltaico o agrivoltaico. 

Il GIS – in una nota – ha bocciato lo schema di decreto sostenendo, invece, che sia più opportuno accrescere il dialogo tra gli operatori e gli enti locali coinvolti dalla realizzazione degli impianti piuttosto che adottare “normative e mappature superflue che complicano il quadro autorizzativo senza portare beneficio”.

Alcune di queste contestazioni sono state riprese da un’interrogazione parlamentare, a prima firma degli Onorevoli Evi e Bonelli (AVS) e rivolta al Ministro Pichetto Fratin, in cui si chiede di apportare “le necessarie modifiche alla bozza di decreto, al fine di garantire realmente la diffusione delle rinnovabili e il raggiungimento dell’obiettivo nazionale al 2030 di una potenza aggiuntiva pari a 80 GW da fonti rinnovabili”Da ultimo – in una recente dichiarazione rilasciata nel corso di un evento organizzato dal GSE – il Ministro ha affermato che la bozza circolata nel mese di luglio potrebbe subire alcune correzioni e auspica che nel giro di circa un mese, quindi a novembre, il provvedimento verrà finalizzato da parte del Ministero