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Obiettivo inquinamento zero: il Parlamento UE adotta la nuova direttiva sulla qualità dell’aria

Posted: 24 Aprile 2024 alle 13:30   /   by   /   comments (0)

di Giuditta Brambilla

Mercoledì 24 aprile, il Parlamento Europeo ha formalmente adottato la nuova Direttiva UE “relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa”, nel testo di compromesso raggiunto con il Consiglio dell’UE lo scorso 20 febbraio.

Proposta dalla Commissione UE il 26 ottobre 2022, la nuova Direttiva modifica e fonde insieme le due Direttive sulla qualità dell’aria, del 2004 e 2008, fissando target di riduzione delle sostante inquinanti più ambiziosi per il 2030 e introducendo l’obiettivo finale di “inquinamento zero” entro il 2050. 

L’iniziativa della Commissione, che si inserisce nel più ampio quadro del Green Deal Europeo nonché dello Zero Pollution Action Plan, il piano d’azione “Verso l’inquinamento zero per l’aria, l’acqua e il suolo”, mira a rafforzare la lotta contro la principale causa ambientale di morte prematura in Unione Europea, ovvero l’inquinamento atmosferico, che secondo quanto riportato dalla Commissione UE nella proposta di Direttiva causa oggi ancora circa 300 000 decessi prematuri all’anno. 

La nuova Direttiva fissa, per il 2030, dei valori limite e dei valori obiettivi con riferimento alla concentrazione di diverse sostanze inquinanti nell’aria, tra le quali: particolato fine e particolato (PM2,5 e PM10), biossido di azoto (NO2), biossido di zolfo (SO2), benzo(a)pirene, arsenico, piombo e nickel. I valori fissati sono più stringenti rispetto al quadro regolatorio precedente e vengono inoltre allineati agli standard raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità. Si consideri, ad esempio, che i valori limite delle due sostanze più nocive per la salute umana, ovvero il particolato fine e il biossido di azoto, vengono diminuiti rispettivamente da 25 µg/m³ a 10 µg/m³ e da 40 µg/m³ a 20 µg/m³. Secondo quanto previsto, la Commissione riesaminerà gli standard fissati entro il 2030 e, successivamente, ogni 5 anni. 

Le istituzioni europee riconoscono che, in alcune zone, condizioni climatiche o orografiche particolari possono incidere negativamente sulla capacità di uno stato membro di ridurre la concentrazione di sostanze inquinanti nell’aria. Ecco perché, in questo caso, è prevista la possibilità per questi Stati di chiedere che il termine per il raggiungimento dei valori limite e obiettivo sia prorogato al 1° gennaio 2040

La richiesta di proroga è consentita anche qualora uno Stato dimostri che il raggiungimento degli standard di qualità dell’aria richieda necessariamente una massiccia sostituzione dei sistemi di riscaldamento domestici, oppure nel caso in cui dalle proiezioni di riduzione delle sostanze inquinanti risulti chiaramente l’impossibilità per uno stato membro di raggiungere gli obiettivi entro i termini previsti. In questo secondo caso, tuttavia, la proroga può essere richiesta per 5 anni, fino al 1° gennaio 2035, con possibilità di richiesta di rinnovo. 

La difficoltà a garantire il raggiungimento degli obiettivi fissati, non può e non deve tuttavia fungere da deterrente: lo Stato che abbia superato o concretamente rischi di superare un valore limite o un valore obiettivo è infatti tenuto a definire, secondo il caso specifico, delle tabelle di marcia o piani d’azione che includano le azioni che intende adottare per ridurre l’inquinamento. 

La Direttiva interviene anche sui diritti dei cittadini nonché delle organizzazioni non governative gravitanti nel settore dell’ambiente e della salute pubblica. I 27 dovranno garantire ai loro cittadini il diritto di chiedere e ottenere un indennizzo qualora subiscano un danno alla loro salute a causa della violazione delle norme nazionali di recepimento della Direttiva stessa, mentre alle organizzazioni non governative e ai cittadini che vantano un interesse sufficiente dovrà essere garantito l’accesso alla giustizia qualora intendano contestare l’attuazione delle disposizioni della Direttiva da parte di uno stato membro. 

Dopo l’approvazione del Parlamento europeo, la Direttiva dovrà ora essere formalmente approvata anche dal Consiglio prima di essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea per l’entrata in vigore, che avverrà 20 giorni dopo la pubblicazione. Gli Stati Membri avranno due anni per il pieno recepimento.