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Rinnovabili in Toscana: poche e ascoltando i sindaci

Posted: 9 Aprile 2025 alle 16:42   /   by   /   comments (0)

di Mattia Fadda

Il 28 marzo scorso, a Firenze nella sempre affascinante cornice di Palazzo Medici Riccardi, Legambiente ha organizzato il Forum Energia Toscana per incoraggiare la transizione energetica alle fonti pulite, anche oggi che l’obiettivo di decarbonizzare il mix di generazione con le FER ha meno slancio a causa del riposizionamento dei poteri pubblici e privati continentali e globali. Public Affairs Advisors ha seguito il convegno.

Per l’associazione del cigno verde, la Toscana è in ritardo sulla potenza rinnovabile installata al 2024 visto che gli obiettivi di 2030 richiederebbero di sestuplicare il dato dei MW installati negli ultimi 4 anni. Secondo Legambiente Toscana il DDL regionale sulle Aree Idonee (il 291 del 2/12/2024) per come congegnato non aiuterebbe: il 70% del territorio regionale diventerebbe inidoneo e troppo potere sarebbe dato ai Comuni, che rischiano di non poter assolvere con efficacia il compito assegnatogli dal provvedimento. Per Fausto Ferruzza, presidente regionale dell’associazione servirebbe “un cambio di passo sulla programmazione dei nuovi impianti che ribalti la logica della paura”.

Secondo il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, intervenuto a sorpresa al convegno, le energie rinnovabili in Toscana vanno fatte ma con juicio, si puedes. La tecnologia più idonea e opportuna rimane per il presidente la geotermia – suo antico cavallo di battaglia – che grazie al rinnovato accordo con il concessionario Enel Green Power, da una parte, e alla disponibilità dei comuni ospitanti, dall’altra, troverà in Toscana nuovo ruolo e centralità. Giani al forum di Legambiente ha rilanciato anche sulla geotermia a media e bassa entalpia che a suo dire non sarebbe di interesse per Enel Green Power ma andrebbe, invece, sviluppata. Ma anche agrivoltaico ed eolico non vanno scartati a priori per il governatore toscano. Giani, si sa, è il presidente dei 273 comuni toscani e dei loro sindaci. Primi cittadini che il governatore conosce uno per uno personalmente e sente telefonicamente di continuo. Per questo, il discrimine per accogliere gli impianti FER è e resta per Giani “se i sindaci sono d’accordo io sono d’accordo”.  Perciò, se in Maremma i sindaci si oppongono alle proposte progettuali di impianti eolici onshore possono allora contare sul sostegno del presidente. Se, invece, in provincia di Arezzo i sindaci e consigli comunali incoraggiano alcuni dei molti progetti eolici proposti, allora il governatore dà il suo placet. Tradizionalmente meno favorevole al fotovoltaico, Giani è apparso leggermente più aperturista in occasione del forum di Legambiente.

Monia Monni, assessore regionale all’ambiente pensa, invece, che la Toscana sia “la regione più bella al mondo e che le proposte progettuali industriali debbano quindi aver cura innanzitutto del paesaggio”. A differenza del presidente, Monni non ha preferenze tecnologiche o passione per le faccende energetiche e forse neanche una teoria compiuta su come la regione debba raggiungere (o di contro opporsi) agli obiettivi del burden sharing. È più difficile trovare dichiarazioni pubbliche di Monni in favore o contro specifici impianti industriali in terra toscana. Certamente lo stile politico dell’Assessore è meno assertivo e più prudente di quello del governatore: sembra non voglia rischiare di scontentare da una parte gli oppositori locali e i movimenti “paesaggisti” né, dall’altra, l’assemblea degli ambientalisti guidata da Legambiente Toscana. Monni si pronuncia, perciò, solo su impianti il cui destino è certificato da solide sentenze di tribunale, lodando sempre i propri uffici con cui, in vero, appare essere sempre molto allineata. Monni ritiene che la proposta di legge regionale sulle aree idonee elaborata dagli uffici e dalla Giunta – in attesa di essere riportata in consiglio regionale dopo la sentenza del TAR Lazio sui ricorsi presentati dagli operatori per impugnare il decreto ministeriale sulle aree idonee – sia sufficientemente coraggiosa ed equilibrata.

Si tenga conto, infine, che il PD toscano ha un modello feudale per cui il presidente rende conto in ciascuna provincia ai Signori che lo hanno candidato al ruolo, i quali hanno sentimenti ed opinioni anche molto diverse nei confronti degli impianti FER di taglia industriale.

Guardando alle iniziative legislative regionali sulle aree idonee c’è la Sardegnabenchmark per chi vuole opporsi agli impianti FER – dove il 99% del territorio è interdetto alle FER. Il 70% circa di “inospitalità” alle rinnovabili determinato dalla proposta toscana sembrerebbe perciò, in termini relativi, una grande apertura. In Toscana per l’eolico – al netto delle aree tutelate – non ci sarebbero aree individuate come adatte ma si lascerebbe alla libera iniziativa del proponente, questo per valorizzare la qualità progettuale. Per tutte le fonti rinnovabili in Toscana ci sarebbero aree idonee assolute, individuate dalla Regione e non modificabili e poi aree non assolute riperimetrabili dai comuni.

L’attuale proposta di legge della Regione Toscana sulle aree idonee, a ben vedere, non è molto coraggiosa ma rende conto molto bene delle idee e dei sentimenti nei confronti delle rinnovabili e dell’audacia politica del presidente Giani e dell’assessore Monni. Sì alle rinnovabili ma non troppo con un ruolo importante dei comuni e dei sindaci che però, a ben guardare, non si stanno distinguendo per il favore agli impianti utility scale.

Fonte foto: La Nazione